È già passato un mese dalla fine del rally internazionale tenutosi A Guarda in Spagna ai primi di settembre 2021.
È stato un rally in tono minore per le sfilate e altri momenti di socialità dovuti essenzialmente alla pandemia.
Sono stato l’unico campeggiatore italiano e unico rappresentante di una associazione di campeggiatori italiani, mi risulta che le altre associazioni italiane abbiano aderito solo con delega. È opportuno partecipare direttamente non solo quando c’è un interesse per la propria associazione ma esserci in tutti i momenti assembleari.
Sono stato accolto con un lungo applauso scandito dallo slogan Viva l’Italia.
Mi sono trovato in difficoltà per la scarsa conoscenza dell’uso del navigatore: all’una di notte mi ha fatto arrivare ad un imbarco per traghettare ma fortunatamente c’erano dei giovani ancora in giro che mi hanno raddrizzato il percorso. Nel percorso più breve programmato dal navigatore non sapevo che avrei incontrato un traghetto. Eliminato il traghetto dalle istruzioni del navigatore finalmente alle 2.30 ho toccato la camera d’albergo.
La zona della Galizia è particolarmente interessata alla pesca e nei ristoranti il pesce si trova a prezzi più bassi rispetto all’Italia.
L’assemblea non è stata particolarmente vivace, come in diverse occasioni passate poiché decisioni importanti, quali il rally del 2022 a Mosca, erano già state prese.
La F.I.C.C. ha continuato nella sua politica di espansione ai piccoli club che è una politica disgregante delle rispettive federazioni nazionali che sono coinvolte nel proporre alle istituzioni pubbliche preposte per legislazioni a favore del turismo all’aria aperta. Questi piccoli enti sembra che promuovano solo delle iniziative per i loro iscritti, perché non hanno la forza per proporsi alle istituzioni pubbliche. Sembra che sia loro impossibile partecipare ai momenti internazionali direttamente per la difficoltà a sostenere i costi. Questo riduce la partecipazione diretta affidandosi solo alle decisioni delle grandi lobby del nord Europa. Confedercampeggio già da anni sostiene che è una politica errata frantumare così la partecipazione all’associazione.
Giovanni Grassi